venerdì 31 maggio 2013

Venerdì 7 giugno: La Costituente per i Beni Comuni

Venerdì 7 giugno




ore 21,00 > incontro con Luca Nivarra

La Costituente dei Beni Comuni

[Commissione Rodotà itinerante]



Luca Nivarra insegna diritto civile nell’Università di Palermo, dove ricopre vari incarichi (Consigliere d’Amministrazione, Direttore di Dipartimento, Coordinatore di Dottorato di Ricerca). Dal 2008 è Presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo. La sua attività di studioso si è sviluppata in una pluralità di direzioni, concentrandosi prevalentemente su temi diritto dell’economia (antitrust, proprietà intellettuale, beni comuni), di teoria generale del diritto e di storia della cultura giuridica. Dal 2006 al 2008 ho fatto parte, insieme con Ugo Mattei ed Alberto Lucarelli, della Commissione “Rodotà” per la riforma della disciplina codicistica dei beni pubblici: all’esito dei suoi lavori, la Commissione ha predisposto un disegno di legge delega nel quale, per la prima volta, figura la categoria giuridica dei beni comuni. Insieme con Rodotà, Mattei, Lucarelli, Azzariti e Ferrara, ho provveduto all’elaborazione dei quesiti poi oggetto del referendum del 12 e 13 giugno in materia di servizi pubblici locali.




Cos’è la Commissione Rodotà?

Si tratta di una Commissione ministeriale per la Riforma di parti del Libro III “Della Proprietà” del Codice Civile presieduta da Stefano Rodotà e composta da giuristi ed economisti di diverso orientamento politico che ha lavorato tra giugno 2007 e febbraio 2008. L’obiettivo era introdurre una disciplina dei beni che sostituisse un quadro normativo inadeguato e obsoleto, incapace di governare in modo efficace processi di dismissione che a partire dal 1991 e con il fine dichiarato di ridurre il debito pubblico hanno prodotto una vera e proprie svendita del patrimonio pubblico italiano.
I lavori si sono conclusi con la presentazione di un Disegno di Legge Delega che proponeva un superamento delle categorie del demanio e del patrimonio, per introdurre una nuova classificazione concentrata sulle utilità che i beni sono in grado di produrre.

Quale proposta ha elaborato?

La Commissione Rodotà ha proposto la prima definizione giuridica dei beni comuni, distinguendoli tanto da quelli privati quanto da quelli pubblici.
- I beni comuni esprimono ‘‘utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona” e possono appartenere a persone pubbliche o private; la disciplina prevista dalla Commissione tiene conto delle generazioni future e della necessità di garantire, indipendentemente dalla titolarità, una fruizione collettiva dei beni comuni ‘‘nei limiti e secondo le modalità fissate dalla legge”. Quando la proprietà dei beni è pubblica, essi sono posti extra commercium e possono formare oggetto di concessione solo nei casi previsti dalla legge e comunque per una durata limitata e improrogabile. Alla pubblica amministrazione è riconosciuta la tutela risarcitoria, mentre ciascun individuo ha accesso a quella inibitoria, in nome del diritto alla salvaguardia e fruizione di questi beni. Sono beni comuni, tra gli altri: i fiumi, i torrenti e le loro sorgenti; i laghi e le altre acque; l’aria; le foreste, i lidi e i tratti di costa dichiarati riserva ambientale; la fauna selvatica e la flora tutelata; i beni archeologici, culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate;

Cosa è successo ai lavori della Commissione?

Le sorti del Disegno di Legge hanno seguito quelle del Governo Prodi, alla caduta del quale il testo di riforma ha cessato il proprio iter di discussione; nel 2009, a seguito di una proposta di legge delega formulata ai sensi dell’articolo 121.2 Cost.
dal Consiglio Regionale del Piemonte, il testo della Commissione è stato recuperato integralmente e presentato in Senato, discusso in alcune commissioni ma mai liberato per le aule parlamentari. Proprio il giorno della sua presentazione in Senato, alla Camera veniva convertito il c.d. Decreto Ronchi, che obbligava i comuni alla “messa a gara” di ogni servizio, incluso quello idrico. Contro questo Decreto, al fine di tutelare l’acqua, bene comune primario nel disegno di legge delega veniva proposto il referendum redatto da alcuni dei giuristi della Commissione costituitisi in Comitato “Siacquapubblica”.


La grande ascesa dei beni comuni

La vittoria dei referendum sull’acqua nel 2011, le innumerevoli lotte sul territorio (dal No Tav al No Muos) e le occupazioni di teatri e spazi pubblici e privati in tutto il paese hanno ridefinito e ricreato il significato di beni comuni dotandoli di un senso politico più ampio rispetto alla nozione giuridica della Commissione Rodotà.
Nel corso di questo processo, i movimenti si sono identificati nella nozione dei beni comuni a hanno lavorato a stretto contatto con diversi giuristi che avevano operato nella Commissione Rodotà. Si è profilata così un’inedita alleanza fra cultura giuridica e le lotte legate ai beni comuni, in particolare a partire dalla rilettura di norme costituzionali da anni dimenticate, quali la funzione sociale e l’accesso alla proprietà di cui all’art. 42 e il riconoscimento di comunità altre all’art. 43. Da queste premesse nasce la Costituente dei Beni Comuni.


Cosa è la Costituente dei Beni Comuni?

La Costituente per i beni comuni è un’assemblea autoconvocata, aperta alla partecipazione di tutti i soggetti organizzati e non che vogliano prendere parte al percorso; essa esprime un ampio spettro di movimenti sociali, quelli che negli ultimi anni e con diverse forme hanno portato avanti pratiche di difesa dei beni comuni su tutto il territorio nazionale.
La Costituente è un’assemblea deliberante che si riunisce in luoghi diversi, esprimendo una sovranità diffusa; ad ogni appuntamento della Costituente partecipa altresì una Commissione redigente composta da giuristi e studiosi dei beni comuni, in gran parte già esponenti della Commissione Rodotà che hanno il compito di tradurre in dispositivi legali le istanze della Costituente che emergeranno durante gli incontri, grazie a dibattiti su temi di volta in volta definiti e l’utilizzo di questionari.

Di quali temi si occupa la Costituente?

A Beni comuni: definizione normativa e approvazione di una nuova disciplina del diritto di proprietà, già in parte elaborata dalla Commissione Rodotà;
B Reddito: a partire dalle proposte elaborate e sperimentate dalle realtà di movimento, e dalla proposta di legge di iniziativa popolare su cui sono state raccolte le firme;
C Nuova disciplina delle proposte di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria la discussione alle Camere e la possibilità per i promotori di seguire attivamente i lavori;
D Web: Proposta per inserire nell’art. 21 della Costituzione l’accesso a Internet come diritto fondamentale della persona.
In particolare nei prossimi mesi la Costituente si occuperà del punto sub A al fine di produrre un Codice dei Beni Comuni che nasca dalle esperienze reali di lotta.

Qual è lo scopo della Costituente?

Tradurre in degli articolati di legge le proposte che emergeranno attorno ai temi indicati; questa saranno redatte dalla commissione redigente per poi essere presentate per la discussione e l’approvazione della Costituente indicativamente entro la fine del 2013 e l’inizio del 2014; tutti i testi saranno pubblicati on line per raccogliere commenti diffusi e proposte di modifica. Si intende sperimentare in tal modo un nuovo processo di produzione di diritto legittimato dal basso ed allo stesso tempo rafforzare la rete delle lotte per i beni comuni.




ore 23.00 >  In/sonorizzazioni con

Jahspora Crew  

 

Jahspora come diaspora, la dispersione a cui molti sono costretti per forza maggiore. E come speranza. Si, speranza di qualcosa di migliore, perchè è quella che fa andare avanti nei momenti più bui. Tutto questo tradotto in musica, con sonorità reggae-roots, dancehall e hip-hop.





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