venerdì 31 maggio 2013
Sabato 8 giugno - pomeriggio
Sabato 8 giugno
ore 15,30 > incontro con Juan Carlos De Martin su
“la conoscenza condivisa:
open access come bene comune”
Juan Carlos De Martin tiene
il corso Rivoluzione Digitale presso il Politecnico di Torino, dove ha
co-fondato e co-dirige il Centro Nexa su Internet e Società. Dal 2011
è Faculty Fellow presso il Berkman Center for Internet & Society
della Harvard University
e Senior Visiting Researcher presso l’Internet and Society Laboratory
della Keio University di Tokyo. Dal 2005 al 2012 è stato responsabile
italiano del progetto Creative Commons. È editorialista de La Stampa e collabora con Nova-Il Sole 24 Ore.
È membro del Consiglio Scientifico dell’Enciclopedia Treccani. Nel 2012
ha curato, insieme a Melanie Dulong de Rosnay, il libro The Digital Public Domain: Foundations for an Open Culture (OpenBookPublishers).
Spettacolo Teatrale > PITBULL
regia Monica Franzoni e Riccardo Paterlini
testo frutto dell'attività laboratoriale
con Adriano, Alessandro, Amid, Angelo, Antonio, Bruno, Corrado, Michele, Stefano.
È possibile rieducare un Pit Bull? È possibile reinserire all’interno della cosiddetta società civile un cane che ha vissuto innumerevoli combattimenti, che ha subito ed inferto inenarrabili violenze?
Questo spettacolo nasce da questa controversa questione, lungamente dibattuta da etologi ed animalisti.
Il Pit, il cane da combattimento per eccellenza, per essere preparato al ring, subisce un addestramento infame: “catena e bastone, bastone e catena…” ai quali si aggiunge un massiccio uso di droghe e di stimolanti. Il Pit, perché distrugga il suo avversario, è sottoposto ad un processo di sistematica decostruzione dei limiti e degli argini naturali che ogni animale, compreso l’uomo, ha inscritti nel dna. La violenza diviene così una forza che si autoalimenta, che nutre sé stessa, seguendo una logica distruttiva ed autodistruttiva. Il Pit diviene una molla, “un fascio di muscoli e nervi pronto a scattare contr’a chicchessia”.
In scena a porre il pubblico di fronte al problema della rieducazione del Pit uno scopino della M.O.F.: un lavorante dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario appassionato di cani. L’eco delle sue parole riecheggia tra i muri di cemento armato e si riverbera immediatamente sulla condizione del ricoverato dell’O.p.g., dell’internato del “manicomio criminale” ingabbiato in un canile dove gli si chiede di ritrovare l’equilibrio e di ricostruire quei limiti e quegli argini che egli ha irrimediabilmente perduto. L’O.p.g. è abitato da un popolo di combattenti, che hanno ingaggiato una lotta dura con la vita, che hanno inferto e subito grande sofferenza, ma che alla fine in tutti i casi hanno avuto la peggio.
È così che la domanda di partenza alla fine dello spettacolo risulta ribaltata: è possibile reinserire all’interno della cosiddetta società civile un ricoverato dell’O.p.g.?
La risposta è sì.
Rimane però inevaso un ultimo interrogativo che viene consegnato al pubblico irrisoloto: siamo sicuri che il “canile giudiziario” sia il luogo adatto per favorire questo processo?
«carceri, lo spazio è finito»
L’8 gennaio 2013
la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia
per il trattamento inumano e degradante di sette carcerati detenuti nei carceri
di Busto Arsizio e di Piacenza. La
Corte accusa l’Italia di violare i diritti dei reclusi
tenendoli in celle in cui hanno a disposizione meno di tre metri quadrati a testa.
Il nostro Paese deve pagare ai sette detenuti un totale di 100.000 euro per
danni morali ma, soprattutto, nel testo della sentenza della Corte europea dei
diritti umani si legge chiaramente l’invito al nostro Paese a porre rimedio
subito al sovraffollamento carcerario.
Il libro di Maria Falcone è un viaggio nell’Italia delle carceri. Un viaggio di denuncia senza attenuanti da parte di chi al recupero di chi ha sbagliato e paga il suo conto con la giustizia ha dedicato la sua vita e la sua professione.
Maria Falcone è laureata
in Scienze dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca ed
è docente di scuola carceraria presso la Casa di Reclusione Rebibbia-Roma. Ha cominciato a
svolgere quest’attività nel 2000, all’interno dell’Istituto Penale per i
Minorenni “Cesare Beccaria” di Milano. Dal 2003, nel carcere di Monza, ha
ideato e condotto il gruppo pedagogico, un percorso di formazione pluriennale
finalizzato all’elaborazione della pena. Organizza e gestisce corsi per
l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri e di Educazione
Interculturale.
don Daniele Simonazzi
Cappellano dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia, è parroco di Pratofontana, membro della Commissione Diocesana per il dialogo con l'Islam e sacerdote dell’Istituto Servi della Chiesa.
Violetta ha 17 anni, si accompagna con la chitarra e canta blues, country e traditionals scozzesi.
É cresciuta grazie ai consigli di Little Paul Venturi, dell'armonicista Giuseppe Zironi e del mitico batterista Oscar Abelli, mentre dal passato le sono arrivate ben chiare le lezioni di Menphis Minnie, Johnny Cash e Etta James. Di lei, il suo leggendario zio Oracolo J. King scrive: una luce sembra avvolgerla e proiettarla in un mondo lontano che riesce a far rivivere, incantando. Con i lunghi capelli sulla chitarra, Violet Queen canta l'America dei diseredati e dei senza dio, le strade, i fuorilegge e la ferrovia, i cuori infranti ed il confine con il Messico.... il Grande Sogno Americano.
don Daniele Simonazzi
Cappellano dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia, è parroco di Pratofontana, membro della Commissione Diocesana per il dialogo con l'Islam e sacerdote dell’Istituto Servi della Chiesa.
ore 19.00 > concerto di
Violetta Zironi
Violetta ha 17 anni, si accompagna con la chitarra e canta blues, country e traditionals scozzesi.
É cresciuta grazie ai consigli di Little Paul Venturi, dell'armonicista Giuseppe Zironi e del mitico batterista Oscar Abelli, mentre dal passato le sono arrivate ben chiare le lezioni di Menphis Minnie, Johnny Cash e Etta James. Di lei, il suo leggendario zio Oracolo J. King scrive: una luce sembra avvolgerla e proiettarla in un mondo lontano che riesce a far rivivere, incantando. Con i lunghi capelli sulla chitarra, Violet Queen canta l'America dei diseredati e dei senza dio, le strade, i fuorilegge e la ferrovia, i cuori infranti ed il confine con il Messico.... il Grande Sogno Americano.
giovedì 30 maggio 2013
Il villaggio della Pace
Il Villaggio della Pace
Il villaggio della pace è un luogo di scambio, confronto e
informazione sui temi dei diritti umani, del disarmo e della nonviolenza. Riunisce tutti gli amici e le associazioni
che da anni fanno parte della Scuola di Pace di Reggio Emilia.
Programma:
durante tutte le giornate sarà possibile visitare la mostra
“Operazione Colomba in Colombia, il conflitto, la condivisione
l’accompagnamento e la lotta nonviolenta nella Comunità di Pace di San Josè de
Apartado”
«Spazio Libreria E Spazio Info DES» a cura di Infoshop/Cooperativa Sante Vincenzi
VENERDI’ 7 GIUGNO
ore 19.00
Presentazione del libro “Educare alla mondialità” a cura dell'Associazione "Granello di Senapa"
Il libro racconta
i primi dieci anni del “Granello di senapa” e "apre i propri
armadi" offrendo le schede tecniche degli incontri più efficaci
sperimentati in questi anni.
Il Granello di senapa è
un tavolo di coordinamento tra diversi Uffici pastorali ed Enti che propongono
insieme un progetto formativo sui temi dell’educazione alla mondialità,
alla pace e alla custodia del creato. Al coordinamento partecipa anche la
Caritas di Reggio Emilia la quale ospita nella sua sede gli uffici del
coordinamento. Ha da poco compiuto dieci anni e conta migliaia di ore di
formazione nelle scuole, nei gruppi e nelle parrocchie. Un lavoro portato
avanti con creatività e impegno da un gruppo di giovani (professionisti e
volontari) che ha di gran lunga superato il centinaio di membri.
SABATO 8 GIUGNO
Durante il pomeriggio spettacolo teatrale de Gli Spavaldi “Acqua a pecorella”
Ore 16.30
Fiabe Saharawi, testimonianza dal Sahara occidentale a cura
di Ass. Jaima Saharawi
Ore 18.00
I volontari di Operazione Colomba si raccontano
I volontari di Operazione Colomba si raccontano
Ore 19.00
“COLORE - Cittadini contro le mafie” e LIBERA - Coordinamento di Reggio Emilia
presentano il IV Quaderno
dell'OSSERVATORIO CIVICO ANTIMAFIE:
“Schiavi delle mafie”
Tratta e sfruttamento a Reggio Emilia.Un
viaggio che parte da lontanoDOMENICA 9 GIUGNO
Sara Goldoni
Spettacolo e laboratorio di burattini
Spettacolo e laboratorio di burattini
Domenica 9 giugno - OST
Domenica 9 giugno
Open Space Technology
ore 9.30-10.00 registrazione
ore 10.30-12.00 1° sessione: La carta dei valori
dell'Economia Solidale
ore 12.30-12.45 presentazione instant report
ore 13.00-14.30 pranzo/buffet a km 0
ore 15.00-16.30 2° sessione: Ideario
dell'Economia Solidale
ore 17.00 presentazione instant report
Il Gruppo di Lavoro Relazioni e Comunicazione per il Distretto di Economia Solidale di Reggio Emilia, promuove Verso il DES: un percorso in due tappe per l’elaborazione della Carta dei Valori, con agli attori e protagonisti dell’economia solidale, attraverso strumenti di partecipazione e cittadinanza attiva.
I Beni Comuni, i modelli collaborativi, i beni relazionali, le reti, il legame con il territorio, il senso del limite, la difesa dei diritti, il ridimensionamento del ruolo del mercato, sono i principi su cui si fonda l’Economia Solidale. Verso il DES favorisce il confronto sui principi che caratterizzano l'Economia Solidale. Verso il DES ricerca e costruisce un percorso comune e condiviso che sia fondante per l'Economia Solidale nella provincia di Reggio Emilia.
Perché partecipare?
Per contribuire attivamente, con le idee, le buone pratiche, le proposte, a declinare nel territorio locale i principi dell’Economia Solidale, sviluppando relazioni, reti, cooperando alla costruzione di valori comuni e condivisi.
Chi partecipa?
Il percorso è aperto ad associazioni, cittadini, cooperative, gruppi di acquisto solidale, movimenti, produttori, agli attori e protagonisti, attuali e futuri, dell’Economia Solidale.
I Beni Comuni, i modelli collaborativi, i beni relazionali, le reti, il legame con il territorio, il senso del limite, la difesa dei diritti, il ridimensionamento del ruolo del mercato, sono i principi su cui si fonda l’Economia Solidale. Verso il DES favorisce il confronto sui principi che caratterizzano l'Economia Solidale. Verso il DES ricerca e costruisce un percorso comune e condiviso che sia fondante per l'Economia Solidale nella provincia di Reggio Emilia.
Perché partecipare?
Per contribuire attivamente, con le idee, le buone pratiche, le proposte, a declinare nel territorio locale i principi dell’Economia Solidale, sviluppando relazioni, reti, cooperando alla costruzione di valori comuni e condivisi.
Chi partecipa?
Il percorso è aperto ad associazioni, cittadini, cooperative, gruppi di acquisto solidale, movimenti, produttori, agli attori e protagonisti, attuali e futuri, dell’Economia Solidale.
Cosa è un open space technology?
E' una metodologia per affrontare e progettare temi complessi, in forma partecipata e condivisa, attenuando le conflittualità, individuando soluzioni efficaci ed immediate
ore 16.00 > spettacolo per i bambini burattini e racconti:
"Volando nel mondo su un tappeto di parole e colori"
letture e narrazioni con Ilaria Pelaia
Narrazioni,
parole, colori e fantasia... Su un tappeto di parole e un campo di
colori i bambini potranno volare nel mondo, parlando di alberi, terra,
acqua, pioggia, cieli, erbe, fontane, strade e città!
I bambini saranno condotti in mondi sconosciuti in cui sperimenteranno lo sconosciuto.
Parole Storie, disegni e colori per bambini dai 4 ai 7 anni.
Tra i racconti che verranno proposti:
- "UN GIARDINO SOTTO TERRA"di "JO SEONKIEONG"
- 10 COSE CHE POSSO FARE PER AIUTARE IL MIO PIANETA di"MELANIE WALSH"
- AMICA TERRA di "SABRINA GIARRATONE e ARIANNA PAPINI"
- L'OMONO DELLA PIOGGIA"di "GIANNI RODARI NICOLETTA COSTA"
- IL CIELO E' DI TUTTI" di "RODARI COSTA"
- NONNO VERDE di"LANE SMITH"
- L'UOMO D'ACQUA E LA SUA FONTANA di IVO ROSATI GABRIEL PACHECO"
ore 18.00 > concerto dei D.A.T. Dylan Acoustic Trio
I Dylan Acoustic Trio (D.A.T.) sono un
progetto nato all’inizio del 2013 dall’idea di tre amici di formare una tributo
acustico a uno dei più grandi cantautori di sempre, Bob Dylan. I tre, che
suonano in altre formazioni musicali (Federico Grasselli e Alberto Lazzaretti
nei Generation B - Tributo ai Beatles, Sebastiano Bertolini nei DeSamistade -
Tributo a F. De André), hanno deciso di soffermarsi in particolare sulla prima
parte della produzione artistica del menestrello di Duluth, offrendo al
pubblico non solamente le hits più famose ma anche i suoi brani più intimisti e
introspettivi. A questo si aggiungono improvvisazioni musicali e nuovi
riarrangiamenti, per uno spettacolo ricco di musica e poesia.
Federico Grasselli: Voce, armonica, percussioni
Alberto Lazzaretti: Chitarra acustica/elettrica
Per tutta la serata si potrà gustare la
BioPizza
La pizza biologica ha qualcosa di diverso dalle altre pizze?
Non abbiamo avuto bisogno di chiedercelo dopo aver assaggiato la nostra prima pizza biologica!
Concentrando le eccellenze per ogni singolo ingrediente della pizza biologica, si scopre come mangiarla possa essere ancora una sorpresa!
E' molto semplice, chi l'ha detto che l'impasto deve essere solo di farina bianca? o peggio ancora con l'aggiunta di farine glutinose che nulla danno alla pizza se non elasticità? perchè farla lievitare in poche ore? perchè usare ingredienti scadenti...che tanto il formaggio deve filare....
La nostra pizza biologica è composta da un impasto semintegrale, a lunga lievitazione e bassissime quantità di lievito, inoltre farina, pomodoro e mozzarella sono sempre biologici e di filiera corta, infatti sono tutte aziende agricole della zona.
Infine, aspetto conclusivo ma non secondario, la pizza la cuociamo nel forno a legna!
Quello che ci rende ancora più speciali è che la pizza biologica la veniamo a fare da te con il nostro forno itinerante!!!
Non abbiamo avuto bisogno di chiedercelo dopo aver assaggiato la nostra prima pizza biologica!
Concentrando le eccellenze per ogni singolo ingrediente della pizza biologica, si scopre come mangiarla possa essere ancora una sorpresa!
E' molto semplice, chi l'ha detto che l'impasto deve essere solo di farina bianca? o peggio ancora con l'aggiunta di farine glutinose che nulla danno alla pizza se non elasticità? perchè farla lievitare in poche ore? perchè usare ingredienti scadenti...che tanto il formaggio deve filare....
La nostra pizza biologica è composta da un impasto semintegrale, a lunga lievitazione e bassissime quantità di lievito, inoltre farina, pomodoro e mozzarella sono sempre biologici e di filiera corta, infatti sono tutte aziende agricole della zona.
Infine, aspetto conclusivo ma non secondario, la pizza la cuociamo nel forno a legna!
Quello che ci rende ancora più speciali è che la pizza biologica la veniamo a fare da te con il nostro forno itinerante!!!
lunedì 27 maggio 2013
Mercoledì 5 giugno - Anteprima
Mercoledì 5 giugno
ore 21.30
presso il Cinema estivo - Arena Ex Stalloni
in collaborazione con G.A.3 - ARCI RE
Proiezione dei documentari
Invisibili - Appunti per un film sui braccianti africani a Saluzzo (doc, 29', Italia, 2012)
di Andrea Fenoglio
Langhe doc - storie di eretici nell'Italia dei Capannoni (doc, 52’, Ita/Eng/Cro, 2011) di Paolo Casalis
A seguire dibattito con i registi
ingresso gratuito
Sabato 8 giugno - sera
SABATO 8 GIUGNO
ore 20.00 > spettacolo teatrale, Chili 5 di sale presentano:
video “Cime di sabbia” di Enzo Niutta.
Un tronco in mezzo a due sedie di legno, appoggiato, sospeso. Divide in sopra e sotto; come una barca di naufraghi nel sud del mediterraneo. Un attrezzo antico, un ponte, il limite di un edificio in degrado in una città dell'est europeo. Si tratta di un viaggio e come tutti i viaggi, della mutazione di un posto, della sua importanza. Il posto e la difficoltà di raggiungerlo, la sofferenza per rimanervi, la paura di esserne scacciati. Il posto e la xenofobia di chi se ne impossessa, la violenza di chi lo vuol difendere, la chiusura dei confini. Il posto e l'indifferenza di chi lo abita, le regole di convivenza, la religione che ne suggella
Un POSTO
pièce di teatro civile di Andrea Anselmi e Fabiana Bruschi sonorizzazioni di Fabrizio Tavernelli
video “Cime di sabbia” di Enzo Niutta.
Un tronco in mezzo a due sedie di legno, appoggiato, sospeso. Divide in sopra e sotto; come una barca di naufraghi nel sud del mediterraneo. Un attrezzo antico, un ponte, il limite di un edificio in degrado in una città dell'est europeo. Si tratta di un viaggio e come tutti i viaggi, della mutazione di un posto, della sua importanza. Il posto e la difficoltà di raggiungerlo, la sofferenza per rimanervi, la paura di esserne scacciati. Il posto e la xenofobia di chi se ne impossessa, la violenza di chi lo vuol difendere, la chiusura dei confini. Il posto e l'indifferenza di chi lo abita, le regole di convivenza, la religione che ne suggella
ore 21.00 > incontro
«L'affare delle Armi e l'Iprocrisia della Guerra»
Fabio Mini - Generale e saggista, già comandante delle Forze Internazionali Kossovo
Francesco Vignarca - Rivista Altraeconomia, coordinatore rete italiana per il disarmo
ore 23.00 > In/sonorizzazioni
Quando
si usa il cuore per trovarsi tutti assieme e il cervello per riflettere
su cosa è meglio per tutti, il Bainait Soundsistem, c’è!
Come sempre accompagnerà con il giusto groove i battiti delle emozioni e il fluire dei pensieri.
Per tutta la serata si potrà gustare la
BioPizza
La pizza biologica ha qualcosa di diverso dalle altre pizze?
Non abbiamo avuto bisogno di chiedercelo dopo aver assaggiato la nostra prima pizza biologica!
Concentrando le eccellenze per ogni singolo ingrediente della pizza biologica, si scopre come mangiarla possa essere ancora una sorpresa!
E' molto semplice, chi l'ha detto che l'impasto deve essere solo di farina bianca? o peggio ancora con l'aggiunta di farine glutinose che nulla danno alla pizza se non elasticità? perchè farla lievitare in poche ore? perchè usare ingredienti scadenti...che tanto il formaggio deve filare....
La nostra pizza biologica è composta da un impasto semintegrale, a lunga lievitazione e bassissime quantità di lievito, inoltre farina, pomodoro e mozzarella sono sempre biologici e di filiera corta, infatti sono tutte aziende agricole della zona.
Infine, aspetto conclusivo ma non secondario, la pizza la cuociamo nel forno a legna!
Quello che ci rende ancora più speciali è che la pizza biologica la veniamo a fare da te con il nostro forno itinerante!!!
Non abbiamo avuto bisogno di chiedercelo dopo aver assaggiato la nostra prima pizza biologica!
Concentrando le eccellenze per ogni singolo ingrediente della pizza biologica, si scopre come mangiarla possa essere ancora una sorpresa!
E' molto semplice, chi l'ha detto che l'impasto deve essere solo di farina bianca? o peggio ancora con l'aggiunta di farine glutinose che nulla danno alla pizza se non elasticità? perchè farla lievitare in poche ore? perchè usare ingredienti scadenti...che tanto il formaggio deve filare....
La nostra pizza biologica è composta da un impasto semintegrale, a lunga lievitazione e bassissime quantità di lievito, inoltre farina, pomodoro e mozzarella sono sempre biologici e di filiera corta, infatti sono tutte aziende agricole della zona.
Infine, aspetto conclusivo ma non secondario, la pizza la cuociamo nel forno a legna!
Quello che ci rende ancora più speciali è che la pizza biologica la veniamo a fare da te con il nostro forno itinerante!!!
Giovedì 6 giugno
GIOVEDì 6 GIUGNO
ore 19,30
Apertura delle giornate con il concerto di Francesco Benozzo & Fabio Bonvicini
Libertà l’è morta
Un piccolo viaggio nella ricca e poco nota tradizione libertaria del canto tradizionale, per riscoprire le radici non politiche, non banali, non fraintendibili del grande anelito alla libertà del repertorio orale italiano. Un’occasione di riflessione a partire dalla musica dei popoli, e dalla sua «convinzione assolutamente irresistibile che ciò che la tradizione conserva sia proprio il mezzo per ottenere vita e felicità».
Francesco Benozzo canto, arpa celtica, arpa bardica
Fabio Bonvicini canto, organetto, piffero, flauti, ocarina, piva, percussioni
Fabio Bonvicini canto, organetto, piffero, flauti, ocarina, piva, percussioni
Francesco Benozzo, menzione speciale della critica ai Folk Awards di Edimburgo nel 2007 e finalista al Premio Tenco 2009, ha all’attivo sei album come cantante e arpista. Di recente si è esibito al teatro Valle di Roma in un reading con il premio Nobel per la letteratura Wisława Szymborska.
Fabio Bonvicini è uno dei più attivi protagonisti della rinascita della tradizione musicale emiliana. Ha suonato e suona in numerosi gruppi, molti dei quali da lui fondati, tra i quali Pivaritrio, Compagnia dell’asino che porta la croce, Suonabanda, Pivenelsacco.
ore 21,00
I BENI COMUNI / BANNING POVERTY
[dichiariamo illegale la povertà]
ne parliamo con
Riccardo Petrella Università del Bene Comune Bruxelles
Alessandro Mazzer Associazione Monastero del Bene Comune
Riccardo Petrella |
Economista politico, fondatore del Comitato Mondiale
dell'Acqua e autore del Manifesto dell'Acqua, il prof. Riccardo Petrella
è da sempre impegnato per la difesa dei Beni Comuni. Nel 2004 ha fondato
l'Università del Bene Comune, presente ovunque sia possibile proporre soluzioni
alternative alla mondializzazione dell'economia capitalistica di mercato.
E’ consigliere della Commissione Europea a Bruxelles e
professore di mondializzazione presso l’Università Cattolica di Lovanio
(Belgio); insegna anche alla “Libera Università di Bruxelles” (sessione
olandese). Presidente del Gruppo di Lisbona è collaboratore di “Le Monde
Diplomatique” ed è stato per cinque anni presidente dell’Associatión des Amis
de Le Monde Diplomatique. E’ tra i promotori dell’iniziativa internazionale “Dichiariamo illegale
la povertà" (DIP), www.banningpoverty.org.
A dialogare con lui sul tema, sarà il prof. Alessandro Mazzer,
presidente dell’Associazione Monastero Bene Comune, realtà nata nel 2009 presso
l'antico monastero di Sezano (Verona), da un gruppo di persone che hanno a
cuore la promozione della convivenza umana e organizzano attività, esperienze,
ricerche, istanze e proposte di crescita umana, culturale, sociale e spirituale
in un clima di accoglienza, familiarità e creatività, che caratterizza il
vivere insieme. L’Associazione è tra i promotori della DIP che mira a mettere
fuorilegge le fabbriche dell’impoverimento e contribuire alla costruzione degli
elementi fondativi di un nuovo Patto sociale mondiale, agendo con proposte sul
piano delle leggi, delle istituzioni, delle pratiche sociali e collettive.
“Dichiariamo illegale la povertà – Banning poverty 2018”
Il traguardo
“Domandiamo
che l’Assemblea Generale dell’ONU approvi nel 2018, 70° anniversario della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, una risoluzione nella quale si
proclami l’illegalità di quelle leggi, istituzioni e pratiche sociali
collettive che sono all’origine e alimentano la povertà nel mondo. Le campagne
di azione che condurremo tra il 2012 e il 2017 in diversi paesi del
pianeta mirano a dimostrare che è possibile concretizzare la messa fuorilegge
delle cause dell’impoverimento”.
I dodici principi dell’illegalità della povertà
- Nessuno nasce povero, né sceglie di essere povero.
- Poveri si diventa. La povertà è una costruzione sociale.
- Non è solo – né principalmente – la società povera che “produce” povertà.
- L’esclusione produce l’impoverimento.
- In quanto strutturale, l’impoverimento è collettivo.
- L’impoverimento è figlio di una società che non crede nei diritti alla vita e alla cittadinanza per tutti, né nella responsabilità politica collettiva per garantire tali diritti a tutti gli abitanti della Terra.
- I processi d’impoverimento avvengono in società ingiuste.
- La lotta contro la povertà (l’impoverimento) è anzitutto la lotta contro la ricchezza inuguale, ingiusta e predatrice (l’arricchimento).
- Il “pianeta degli impoveriti“ è diventato sempre più popoloso a seguito dell’erosione e della mercificazione dei beni comuni, perpetrata a partire dagli anni ’70.
- Le politiche di riduzione e di eliminazione della povertà perseguite negli ultimi 40 anni sono fallite perché hanno combattuto i sintomi (misure curative) e non le cause (misure risolutive).
- La povertà è oggi una delle forme più avanzate di schiavitù, perché basata su un “furto di umanità e di futuro”.
- Per liberare la società dall’impoverimento bisogna mettere “fuorilegge”
le leggi, le istituzioni e le pratiche sociali collettive che generano ed
alimentano i processi d’impoverimento.
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